Ceppo e mannaia, anarchici e rivoluzionari romagnoli nel mondo. Di Gianfranco Miro Gori
L’Internazionale dei lavoratori in Italia nasce anarchica. Nel segno di Bakunin. E non a caso tiene il suo congresso di fondazione a Rimini, nel pieno della stagione turistica, dal 4 al 6 agosto del 1872.
Ceppo e mannaia – titolo che riproduce un motto di saluto degli anarchici romagnoli di quel periodo – racconta le storie di tredici anarchici, protagonisti di gesta e azioni rivoluzionarie in tutto il mondo, tra Ottocento e Novecento.
Alcuni noti, come Andrea Costa, Amilcare Cipriani e Armando Borghi, altri giustamente riesumati dall’oblio come Pietro Cesare Ceccarelli e Carlo Valdinoci, tracciando allo stesso tempo un ritratto del movimento anarchico italiano del quale i romagnoli furono, all’origine, e non solo, grandi protagonisti.
“Vi è in Italia ciò che manca agli altri paesi, una gioventù ardente, volitiva, completamente spostata, senza carriera, senza sbocco, e che, malgrado la sua origine borghese, non è esaurita moralmente ed intellettualmente come la gioventù borghese degli altri paesi. Essa si getta oggi a capofitto nel socialismo rivoluzionario con tutto il nostro programma, il programma dell’Alleanza.”
Michail Bakunin